Niederhelfenschwil, SG (Svizzera) - Nel mese di settembre 2016 le forze dell'ordine del Canton San Gallo hanno sequestrato e distrutto 640 piante di cannabis trovate all'interno di un capannone attrezzato in modo professionale, ma erano norma di legge.
Si sono salvate solo alcune piantine che sono state consegnate al laboratorio cantonale per effettuare le consuete analisi.
Si sono salvate solo alcune piantine che sono state consegnate al laboratorio cantonale per effettuare le consuete analisi.
Ma i risultati delle analisi hanno rilevato una sorpresa, e solo dopo alcuni mesi dalla confisca.
La percentuale di THC risulta essere inferiore al 1% e perfettamente in regola per rifornire l'industria farmaceutica della cannabis. Proprio come aveva subito affermato l'agricoltore, interessato a garantirsi un entrata supplementare rispetto alla coltivazione di mele e pere.
Erano destinate ad una società farmaceutica nel settore della cannabis del Canton Turgovia, che aveva anche criticato l'azione di polizia, dicendo che non era necessario distruggere immediatamente l'impianto e la coltivazione.
La Procura si difende dichiarando che si tratta di un caso molto raro, e che l'impianto non era stato registrato. Avevano aperto un'indagine con l'accusa di reati contro la legge sugli stupefacenti e hanno confiscato anche alcuni impianti al fine di analizzarli.
Il portavoce dice inoltre che sulle circa 200 piantagioni scoperte negli ultimi anni nel Canton San Gallo, non era quasi mai successo che il tenore di THC fosse sotto 1%.
Ora l'agricoltore dovrà probabilmente pagare una multa per non aver annunciato la sua attività parallela. Ma soprattutto il pubblico ministero sarà costretto a chiudere l'inchiesta e valutare se, e quanto risarcire il contadino.
Non vogliamo essere ripetitivi, ma la soluzione più semplice è quella di legalizzare la cannabis.
Cosi la polizia può perseguire altri reati e problemi ben più gravi, e il crimine, le guerre tra bande e il mercato nero scomparirebbero automaticamente.
Legale o illegale, chi ha voglia di fumare lo fa comunque.
Servizio del radiogiornale RSI (edizione 12:30 del 06.01.2017)
La percentuale di THC risulta essere inferiore al 1% e perfettamente in regola per rifornire l'industria farmaceutica della cannabis. Proprio come aveva subito affermato l'agricoltore, interessato a garantirsi un entrata supplementare rispetto alla coltivazione di mele e pere.
Erano destinate ad una società farmaceutica nel settore della cannabis del Canton Turgovia, che aveva anche criticato l'azione di polizia, dicendo che non era necessario distruggere immediatamente l'impianto e la coltivazione.
La Procura si difende dichiarando che si tratta di un caso molto raro, e che l'impianto non era stato registrato. Avevano aperto un'indagine con l'accusa di reati contro la legge sugli stupefacenti e hanno confiscato anche alcuni impianti al fine di analizzarli.
Il portavoce dice inoltre che sulle circa 200 piantagioni scoperte negli ultimi anni nel Canton San Gallo, non era quasi mai successo che il tenore di THC fosse sotto 1%.
Ora l'agricoltore dovrà probabilmente pagare una multa per non aver annunciato la sua attività parallela. Ma soprattutto il pubblico ministero sarà costretto a chiudere l'inchiesta e valutare se, e quanto risarcire il contadino.
Non vogliamo essere ripetitivi, ma la soluzione più semplice è quella di legalizzare la cannabis.
Cosi la polizia può perseguire altri reati e problemi ben più gravi, e il crimine, le guerre tra bande e il mercato nero scomparirebbero automaticamente.
Legale o illegale, chi ha voglia di fumare lo fa comunque.
Servizio del radiogiornale RSI (edizione 12:30 del 06.01.2017)